Terreni inquinati, allarme mercurio - Sindaco risponde

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Terreni inquinati, allarme mercurio - Sindaco risponde

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Pubblicato in Ambiente/Salute · Giovedì 16 Lug 2009
Tags: inceneritore
 Verrà discussa domani, al Dipartimento di Scienze della vita dell’università di Trieste, una tesi sperimentale di“Biologia ambientale”, svolta in collaborazione con l'Arpa di partimentodi Pordenone, su un caso di inquinamento da mercurio nei comuni di Spilimbergo e San Giorgio della Richinvelda.
     Dopo un anno di ricerche, Fabio Candotto Carniel, sotto la guida del professor MauroTretiach e della dottoressa Clorinda Del Bianco, ha potuto sostanziare un'ipotesi che era suggerita dai risultati di un precedente studio commissionato dalla Provincia di Pordenone.
     La nuova indagine, durata dal maggio al novembre 2008, ha previsto il trapianto di campioni di licheni prelevati in una zona “pulita” della Carnia, in una trentina di stazioni distribuite su un’area di circa 112 chilometriquadrati, compresa tra i greti di Cellina e Tagliamento. Le analisi del materiale esposto, condotte dai laboratori Arpa di Pordenone e Udine, hanno dimostrato un aumento significativo di sette elementi in traccia. Solo il rame e il mercurio hanno però fatto registrare valori veramente preoccupanti. Mentre l’aumento del rame sembra legato ai trattamenti anticrittogamici di alcune colture, la vite in primis, quello del secondo deriva – questa la conclusione della tesi – dalle emissioni in atmosfera del termovalorizzatore “Mistral” di Tauriano.
      «È quanto abbiamo sempre ipotizzato - dichiara il professor Tretiach, autore dei due monitoraggi precedenti - perché il primo monitoraggio, ancora nel 1999, era stato condotto subito prima dell’entrata infunzione dell’impianto, e i valori di concentrazione in zona erano risultati estremamente bassi; dopo otto anni però, cioè quando abbiamo condotto il secondo monitoraggio, erano stati osservati valori tra i più elevati in assoluto per tutto il territorio nazionale. Questa nuova indagine di Candotto Carniel – aggiunge il docente -, per le modalità con cui è stata condotta, conferma che nel 2008 era ancora in atto un importante rilascio di mercurio e ci permette di concludere che il rispetto dei limiti di emissione non è certamente sufficiente a prevenire un aumento potenzialmente pericoloso di questo elemento nell’ambiente».
    Il termovalorizzatore, situato nella zona industriale del Cosa, immediatamente a sud est di Spilimbergo, tratta rifiuti provenienti da attività artigiane, tra cui vernici, e rifiuti ospedalieri; sarebbero proprio questi ultimi la fonte più probabile di mercurio. «Per fortuna la città di Spilimbergo non è direttamente interessata dal fenomeno - continua Tretiach -: i valori più elevati sono stati osservati sempre a sud ovest dell’impianto, in particolare in una stazione a circa 500 metri in linea d’area dal Mistral; purtroppo sono fortemente anomali: per trovare qualcosa di analogo bisogna andare sul monte Amiata, in Toscana, dove, per quasi un secolo, hanno estratto e lavorato il cinabro, il minerale da cui si ricava il mercurio». Valori elevati sono stati riscontrati in tutta la zona intorno a Barbeano, fino a Rauscedo, e ciò sarebbe compatibile con la direzione prevalente dei venti notturni.
     Il problema dovrebbe passare ora alle autorità sanitarie e alla Direzione ambiente della Regione, che dovranno valutare l’effettivo rischio per la salute ed eventualmente proporre l’adozione da parte di Mistral di modifiche ai sistemi di controllo delle emissioni.
     Da "Il GAZZETTINO" del 16 luglio 2009 articolo di Lorenzo Padovan

IL SINDACO
«È solo una tesi di laurea,
l’azienda Mistral mi ha rassicurato»
Spilimbergo
     (lor.pad.) «Per il momento stiamo parlando di dati che, personalmente, ho appreso in maniera sommaria e che riguardano, con tutto il rispetto, una tesi di laurea. Solo quando l'unico ente preposto, e cioè l'Arpa, sostanzierà, in maniera dettagliata, le conclusioni dell'indagine e indicherà senza dubbio alcuno un determinato colpevole, allora, come Comune, potremo procedere con l'eventuale richiesta di approfondimenti e con delle prescrizioni»: si dimostra tranquillo, il sindaco di Spilimbego, Renzo Francesconi, sulle conclusioni della tesi elaborata a Trieste e sul coinvolgimento del termovalorizzatore nella presenza di mercurio nelle zone del mandamento. «Andrei cauto a additare la Mistral come colpevole dell'innalzamento della presenza di questo inquinante – prosegue Francesconi – anche perché, recentemente, la stessa azienda mi ha rassicurato sull'esito dei controlli alla centralina del camino che non avevano ravvisato alcuna irregolarità». «In ogni caso – ha aggiunto - da quanto mi consta, seppure non ancora reso edotto in maniera precisa sulla quantità di mercurio, stiamo parlando di presenza ben al di sotto della soglia massima consentita per legge. Non vorrei che si facesse dell'inutile allarmismo rispetto ad una situazione che è monitorata con costanza e con grande attenzione e che non sembra presentare particolari rischi o urgenze. Ho scritto a tutti i soggetti preposti: Regione, Provincia, Azienda Sanitaria, Arpa e per conoscenza Università. Attendo, fiducioso, le loro risposte».
     La parola ora passa all'Arpa, il soggetto che può confermare o meno l'attribuzione della dispersione in atmosfera del mercurio alla Mistral, oppure ad un'altra realtà che opera in zona. «Non credo ci sia l'evidenza scientifica di un collegamento diretto tra Mistral e Arpa - conclude il sindaco -. Se i dati e le analisi dimostreranno il contrario, daremo corso ai provvedimenti del caso. Fino ad allora, con tutto il rispetto del lavoro dell'Università di Trieste e del laureando, credo sia meglio parlare di ipotesi, usando molti condizionali».


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