'Barbeano, come a Tauriano, cancellati i resti romani
Pubblicato in Varie · Mercoledì 12 Nov 2008
Sempre più a rischio il patrimonio archeologico dello
spilimberghese. Dopo la scoperta nei mesi scorsi di un sito smantellato
vicino a Tauriano, è di questi giorni la segnalazione di un altro danno
irreversibile; ma questa volta la ferita è ancora fresca, visto che
risale a pochi giorni fa. Si tratta di un sito in località Magredi di
Barbeano, che era stato individuato nel 1990 e che avrebbe potuto fornire
qualche dato interessante, se prima di essere distrutto fosse stato
indagato. A segnalare il caso è lo studioso spilimberghese Elio Dusso, lo
stesso che aveva rivelato lo scempio del sito di Pra Pollastri a
Tauriano. E come in quel caso il danno è stato provocato da un'azienda di
spietramento, specializzata nel prelevare i sassi dai campi per rendere
più agevole l'aratura e più redditizio il terreno. In quel caso, però, il
sito era stato non solo individuato, ma anche registrato nella
pubblicazione sulle "Ricerche storico-archeologiche nello
Spilimberghese", edita dal Comune, un utile repertorio edito nell'86, che
riporta decine di situazioni di interesse. Per questo motivo il dito in
quell'occasione era stato puntato sugli uffici tecnici comunali, che
avevano autorizzato lo spietramento pur sapendo l'importanza del luogo.
«Questa
volta invece -commenta Dusso - non possiamo dare la colpa al Comune,
perché soltanto poche persone erano al corrente dell'esistenza del sito
dei Magredi e purtroppo non potrà mai più essere censito e catalogato».
Ma il problema è più generale e deriva dall'incapacità di gestire il
grande patrimonio dell'antichità che è sparso nel territorio. «Chi
avrebbe potuto indagare sull'aera dei Magredi - denuncia lo studioso - se
non ci sono soldi nemmeno per tagliare l'erba del castelliere di
Gradisca, che è ridotto a un ammasso di sterpaglie e di erbacce?
Potrebbero farlo i volontari dei gruppi archeologici, se venisse loro
concesso. Ma è noto che questi ricercatori non possono fare indagini; se
le fanno sono considerati alla stregua degli abusivi, perseguibili per
legge. E comunque i dati da loro raccolti sono carta straccia, perché non
sono titolati a farlo. Sono ritenute anche persone scomode, che rompono
le scatole e abusano anche nel preoccuparsi del patrimonio culturale.
Le ruspe delle aziende di spietramento che stanno cancellando tutto
-commenta amaro -, sono la giusta soluzione del problema: passate
loro non c'è più bisogno di niente!».
da "Il Gazzettino" del 12/11/2008 articolo di Claudio Romanzin