Un'altra realtà produttiva che CHIUDE

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Un'altra realtà produttiva che CHIUDE

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Pubblicato in Lavoro/Economia · Sabato 07 Nov 2015
Da "il Messaggero Veneto di Pordenone" articolo del 4 novembre di  Giulia Sacchi
«Gli ordini ci sono: decisione inaccettabile»

Cgil e Cisl alla proprietà: si faccia da parte per lasciare spazio a eventuali nuovi investitoridi Giulia Sacchi

SPILIMBERGO. «La proprietà di Sintesi faccia un passo indietro per lasciare spazio a un eventuale nuovo imprenditore interessato a rilevare il sito industriale di Spilimbergo e a salvare l’occupazione. Mercato e ordini ci sono. La decisione di chiudere, visti anche gli impegni assunti dall’azienda a marzo, è quindi inaccettabile». È un messaggio chiaro quello lanciato ai vertici di Sintesi dai 31 dipendenti che rischiano di perdere il posto di lavoro e da Gianni Piccinin (Cisl) e Bruno Bazzo (Cgil).

Nell’assemblea sindacale di ieri, le forze sociali hanno fatto il punto della situazione con le maestranze e illustrato i contenuti salienti dell’incontro di lunedì coi legali dell’impresa, in cui è stata annunciata l’intenzione di Sintesi di chiudere i battenti. Una decisione giudicata inaccettabile perché l’azienda ha disatteso l’accordo siglato coi sindacati a marzo. Un’intesa che non lascia spazio alle interpretazioni: la proprietà aveva confermato la volontà di rimanere sul territorio e di non procedere con lo smantellamento del sito produttivo. Oggi i fatti dicono altro e maestranze e forze sociali non intendono accettare in silenzio questo voltafaccia.

Valutazioni sui mercati e ordini alla mano, sindacati e dipendenti hanno concordato una strategia chiara: assieme alle istituzioni, intendono percorrere una strada precisa, che guarda a un nuovo potenziale imprenditore, disposto a investire sulla realtà di Spilimbergo per dare continuità alla produzione e tutelare i lavoratori. In tale partita, difficile – di questo non si fa mistero – giocherà un ruolo importante in primis la Regione, che sarà contattata da Piccinin e Bazzo affinché venga convocato un incontro per discutere del futuro dello stabilimento. Già a febbraio, la Regione si era resa disponibile a sostenere il rilancio di Sintesi, a patto che l’impresa presentasse un nuovo piano industriale, con una prospettiva di sviluppo. Pure l’amministrazione comunale sarà chiamata in causa: il sindaco Renzo Francesconi ha dato la disponibilitàa fare il possibile per sostenere le istanze dei lavoratori e delle forze sociali.

«L’azienda è venuta meno a una serie di impegni messi nero su bianco nell’intesa di marzo: dagli investimenti al mantenimento del sito, a questioni legate alle retribuzioni dei lavoratori – osserva Piccinin della Fim – Sintesi è stata scorretta, perché aveva le idee chiare sul da farsi sin dall’inizio. Dalle verifiche effettuate è emerso che il mercato c’è, ma l’azienda non ha messo in atto le opportune strategie di consolidamento. Ci sono pure ordini che vengono annullati a causa delle difficoltà finanziarie. Di una cosa siamo certi: se Sintesi chiuderà, non riaprirà più. Non possiamo permettere che ciò accada». Da qui la richiesta all’azienda di «farsi da parte e lasciare il posto a un nuovo investitore: una sfida non semplice, ma assieme alle istituzioni ci proveremo».


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