Ferisce la moglie con la "katana"
Pubblicato in Cronaca · Mercoledì 04 Feb 2009
Al culmine dell’ennesimo violento diverbio con la
compagna Atina Tafiou Asiou, 32 anni, albanese originaria della
Grecia, l’operaio albanese Landi Bello, 38 anni, Tauriano di
Spilimbergo, ha afferrata una spada giapponese, detta katana (da quanto
si è appreso ama farne collezione con altre armi bianche), che era appesa
almuro e l’ha colpita al fianco sinistro. La donna si è piegata ed è
caduta a terra, mentre il sangue colorava di rosso il pavimento della
casa in via Cavalleggeri di Saluzzo, vicino alla chiesa. Landi Bello,
nonostante fosse annebbiato dall’alcol, ha intuito d’averla combinata
grossa e si è chinato sulla moglie per prestarle i primi soccorsi. Ha
provato a bloccare l’emorragia, ma senza riuscirci. Ha così preso in
braccio la moglie e, raggiunta l’auto, ha raggiunto il vicino
pronto soccorso, dove la donna è stata curata, medicata e dimessa
con prognosi di guarigione di qualche giorno. Nel frattempo i
carabinieri di Spilimbergo del luogotenente Gianpaolo Ginoretti,
allertati dai medici, hanno raggiunto l’ospedale e la casa di
Tauriano, prendendo in consegna l’operaio albanese nei confronti del
quale, sentito il pm Federico Facchin, è scattato l’arresto con le ipotesi
d’accusa di tentato omicidio e maltrattamenti in famiglia perché - da
quanto ricostruito dagli inquirenti -l’uomo da tempo sottoponeva la
compagna ad un regime di vita tormentoso, picchiandola ripetutamente.
Nello stesso tempo i carabinieri hanno passato al setaccio l’abitazione
di Bello, sequestrando la katana e numerose altre armi da taglia che -
ha puntualizzato l’avvocato difensore Sergio Gerin - erano
tenute regolarmente.
Ha trascorso la notte
in cella di sicurezza a Spilimbergo ma già ieri mattina è stato
trasferito nel carcere di Pordenone l’operaio Landi Bello. Una decina di
anni fa aveva sposato AtinaTafiou Asiou. Dalla loro relazione è nato un
figlio, che oggi ha 9 anni. La convivenza si rivelò difficile tanto che i
due si separarono e poi divorziarono. Due anni la riappacificazione la
nuova convivenza, che è stata subito tormentata a causa dei problemidi
alcolismo di Landi Bello e della sindrome distruttiva e autolesionistica
che lo tormentava, soprattutto quando alzava il gomito. L’indagato, che
lavora in un’azienda di manutenzione strade, ha però sempre provveduto
economicamente a moglie e figlio. Sempre più spesso, annebbiato
dall’alcol, perdeva il controllo delle proprie azioni, picchiando la
moglie. È quanto accaduto anche lunedì sera quando, afferrata la katana,
ha colpito al fianco la compagna. «Si è subito pentito del proprio gesto -
ha spiegato l’avvocato difensore Sergio Gerin che nelle prossime ore
dovrebbe formalizzare la richiesta di revoca della custodia cautelare in
carcere che potrebbe essere sostituita dagli arresti domiciliari - anche
perché non credeva di colpire la moglie con la lama della katana, ma con
la parte non tagliente della spada. Ha infatti subito soccorso e condotto
in ospedale la compagna. Nelle prossime ore, in sintonia con il
pm Facchin, valuteremo se c’è la possibilità di mandare agli arresti
domiciliari Landi Bello nell’abitazione dei genitori che vivono a Casarsa
della Delizia. Non sarà semplice,ma è un percorso possibile. Ritengo
che l’accusa di tentato omicidio possa cadere ed essere sostituita da
quella di lesioni personali lievi. In ogni caso stiamo già studiando un
percorso, ottenuta la disponibilità dei medici del Sert, di
recupero dall’alcoldipendenza di bello in modo da permettergli
di ricostruirsi un'esistenza serena, con la moglie e il figlio.
Roberto Ortolan da "Il Gazzettino" del 4 febbraio 2009
Roberto Ortolan da "Il Gazzettino" del 4 febbraio 2009