Restauro S.Cristoforo - parete esterna chiesa parrocchiale

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Restauro S.Cristoforo - parete esterna chiesa parrocchiale

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Pubblicato in Parrocchia S. Nicolò Vescovo · Sabato 04 Mag 2013
Lunedì 6 maggio prenderà il via il restauro dell'opera che con i suoi 9 x7 metri appare tra i più grandi affreschi esterni della regione.

Dopo gli interventi a

  • Affresco sulla parete esterna Casa Colautti
  • Recupero dell'Ancona di Via Vivaro
  • Recupero dell'affresco di S.Anna in chiesa

ora il passo successivo, come ha annunciato il parroco, sarà  l'affresco del San Cristoforo presente sulla parete esterna.

Grazie all'interessamento del signor Pietro Lovison è stato possibile trovare una cordata di aziende e di banche che ha preso a cuore lo stato di conservazione  dell'affresco.

San Cristoforo, patrono dei viandanti e dei pellegrini oltre che degli emigranti dopo il recupero potrà guardare i bambini giocare sul sagrato della chiesa.
Cartello Sostenitori Lavori Affresco

Cantiere Affresco S.Cristoforo


Sostenitori:

  • Pietro Lovison,
  • Ernesto Breda,
  • Fondazione CRUP,
  • Cassa di Risparmio del FVG,
  • FRIULADRIA Credit Agricole,
  • Friul Ovest Banca,
  • Banca di Cividale,
  • UniCredit Banca,
  • Banca Popolare di Vicenza,
  • Salmoiraghi & Viganò,
  • Progeo Mangimi,
  • Kimfarben Colori Minerali.

Situazione Attuale Pre Intervento



Dalla relazione tecnica elaborata dalla ditta di restauro del taurianese Stefano Tracanelli ,sullo stato di conservazione:

  • "Il fattore principale di decadenza dell'opera è il naturale degrado della materia costitutiva dato dall'inesorabile progressione degli anni.
  • Gli affreschi esterni, piùdi ogni altra decorazione, sono esposti al sacrificio determinato dalle sollecitazioni ambientali.
  • La pellicola pittorica è notevolmente compromessa da un'usura profonda, anche lo strato preparatorio è coinvolto nello stesso degrado, con una notevole e diffusa demineralizzazione del legante calce e degenerazione della matrice minerale dello strato. Tale porosità espone l'opera ad una elevata esposizione agli agenti patogeni ambientali.
  • Gli strati preparatori registrano instabilità di gravità variabile. le zone più compromesse sono situate ai margini dell'opera, in particolare ai margini dei 2 lucernai.
  • La base del dipinto è sollecitata dalle escursioni dell'umidità capillare dalle fondazioni, i cicli tendono a formare sulla superficie cristallizzazioni di sali solubili con conseguente caduta di materiale originale.
  • Sulla superficie è presente una patinatura di particellati atmosferici, stratificata maggiormente nella zona alta dell'opera, che altera il colore sopravvissuto e opacizza l'insieme. Si rivelano inoltre stuccature di lacune e di lesioni dellintonaco eseguite con materiali diversi dall'originale, non compatibili e non più rispondenti alla loro destinazione conservativa.
  • Diffusa e rilevante è l'abrasione per erosione anche sul resto della superficie. L'usura dello strato cromatico ha esteso l'erosione dela craquelure dello strato preparatorio.
  • Le lacune sono circoscritte ai margini superiore e inferiore dei 2 lucernai, e sono state risarcite con una malta cementizia. Nella parte superiore dell'opera sono evidenti importanti fessurazioni forse dovute ad assestamenti strutturali dell'edificio."


Intervento di restauro si può riassumere in questi punti

  • Pulitura
  • Consolidamento
  • Stuccatura
  • Presentazione estetica
  • Protezione finale

Importo previsto oltre 41 mila euro

Come appariva nei primi anni del 900
SAN CRISTOFORO (da Wikipedia)

In Occidente prevalse invece un altro aspetto, quello legato al significato etimologico del suo nome: Cristoforo infatti significa, in greco, "(colui che) porta Cristo". Così la leggenda parla di un cananeo, per alcuni un gigante, che faceva il traghettatore su un fiume. Era un uomo burbero e viveva da solo in un bosco, di cui era padrone. Secondo alcune storie il fiume era in Licia.

Una notte gli si presentò un fanciullo per farsi portare al di là del fiume; Reprobus (questo era il nome dell'uomo prima del battesimo, secondo alcune versioni), anche se grande e robusto, si sarebbe piegato sotto il peso di quell'esile creatura, che sembrava pesare sempre di più ad ogni passo. In alcune versioni sarebbe cresciuta anche la corrente del fiume, che si faceva più vorticosa. Il gigante sembrava essere sopraffatto, ma alla fine, stremato, riuscì a raggiungere l'altra riva.

Al meravigliato traghettatore il bambino avrebbe rivelato di essere il Cristo, confessandogli inoltre che aveva portato sulle sue spalle non solo il peso del corpicino del bambino, ma il peso del mondo intero. Dopo aver ricevuto il battesimo, Cristoforo si recò in Licia a predicare e qui subì il martirio.

Questo aspetto di Cristoforo suggerisce che con l'avvento di Cristo l'uomo non è più responsabile del proprio piccolo mondo, ma di tutto il creato. Trasportare un giovane maschio dall'altra parte del bosco poteva essere, anticamente, una qualche forma di iniziazione ai misteri della natura, della foresta, dell'acqua, o iniziarlo alla vita adulta.

Da quando però Cristo irrompe nel mondo, tutto cambia profondamente: un bimbo cristiano porta su di sé la responsabilità del mondo intero, anche quello al di là del bosco. "Hai portato il peso del mondo sulle tue spalle": questa la differenza tra l'uomo del prima e l'uomo del dopo Cristo.




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