Restaurato il cinquecentesco mobile
La Parrocchia di Tauriano ha restaurato
il cinquecentesco mobile da sacrestia
il cinquecentesco mobile da sacrestia
Domenica 21 novembre è rientrato dal restauro il mobile più antico
riprendendo il posto dovutogli
riprendendo il posto dovutogli
Il restauro, sovvenzionato in parte dal contributo della Fondazione Friuli e in parte dalla Parrocchia stessa, è stato eseguito dalla ditta Mauro Vita di Roveredo in Piano ed in particolare dalla restauratrice Michela Bortolotto, il tutto sotto la supervisione della Soprintendenza delle Belle Arti regionale.
Ma di che mobile stiamo parlando?
In termini tecnici si tratta di un canterano (sinonimo mobile a cassettoni) del sedicesimo secolo che nella sua vita ha visto passare quasi tutti i parroci che hanno operato a Tauriano nella Pieve di San Nicolò Vescovo. E‘ un’imponente struttura caratterizzata da due corpi sovrapposti costruiti in massello di noce: la parte inferiore, più massiccia, composta da quattro cassettoni centrali e da ante ai lati e quella superiore, più piccola composta da tre porticine quadrate con altrettanti piccoli cassettini sottostanti.
E’ un mobile di pregio in quanto tutti gli elementi frontali sono lavorati con pregevoli intagli di forme vegetali (fitoformi), in particolare le ante della parte superiore presentano delle cornucopie da cui fuoriescono fiori e foglie in composizione molto armoniosa.
Nella sua storia ultracentenaria ha accompagnato i vari momenti dell’ampliamento della chiesa. Prima del 1900 si trovava nell’attuale cappella del Sacro Cuore, poi dopo la costruzione della nuova sacrestia gli è stato dato spazio tutto suo ove il parroco si preparava per la celebrazione e indossava i paramenti liturgici.
Dopo il terremoto del 1976 e i successivi lavori di restauro della chiesa ha trovato l’attuale collocazione e l’arrivo dei nuovi armadi per le vesti lo hanno messo un po’ in disparte visto il suo grave stato di conservazione; persino i ladri hanno rubato il fratello minore (un altro armadio a cassettoni ma più piccolo) e lo hanno ignorato per le sue condizioni, sarebbe andato in quattro pezzi nel tragitto di fuga per i campi.
Dalla relazione degli esperti infatti risulta che il canterano si presentava in cattivo stato di conservazione dal punto di vista strutturale manifestando un precario equilibrio: era visibile un cedimento del fondo, la mancanza della cornice di chiusura frontale e molti elementi risultavano lacunosi a causa di un importante attacco di insetti che si nutrono del legno. In particolare l’angolo sinistro del ripiano superiore del corpo inferiore risultava completamente assente e con evidenti segni dell’azione dei mangiatori del legno. L’opera degli insetti con il passare del tempo ha quindi causato gravi danni.
L’intervento è stato concordato con la Soprintendenza e il 29 marzo è giunta l’autorizzazione ad effettuare il restauro e quindi il mobile è stato trasportato a Roveredo in Piano.
Dopo il ripristino della statica della struttura e la ricostruzione degli elementi sagomati mancanti si è provveduto alla disinfestazione dagli insetti parassiti. Le aree compromesse del legno sono state consolidate con iniezione di resina ed effettuate ricostruzioni di quanto non più presente su indicazione del funzionario della Soprintendenza. L’angolo mancante è stato ricostruito completamente. In seguito le parti interne sono state sverniciate e hanno rimesso in luce la primitiva colorazione mentre le parti esterne sono state pulite. Dopo la stuccatura delle zone danneggiate con stucco a base di cera vergine d’api nella giusta tonalità si è provveduto ad applicare una protezione finale in profondità a tutto il canterano con una miscela di cera vergine d’api e cera carnauba in essenza di trementina e olio di lino cotto per un profondo nutrimento delle fibre del legno.
Ora, che è al suo posto, la sua splendida nuova livrea
troneggia tra gli altri mobili
troneggia tra gli altri mobili
Grazie al contributo dato dalla Fondazione Friuli nell’ambito del Bando Restauro, senza il quale non si sarebbe potuto eseguire il necessario restauro, la Parrocchia ha così potuto recuperare l’antico mobile.
Si ringrazia il sig. Pietro Lovison che verso la Parrocchia ha sempre dimostrato una particolare attenzione e anche in questa circostanza si è interessato a favorire il buon esito dei lavori.