Luci nuove, ma parroco e santi restano al buio

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Luci nuove, ma parroco e santi restano al buio

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Pubblicato in Parrocchia S. Nicolò Vescovo · Mercoledì 02 Feb 2011
SPILIMBERGO - È uno degli edifici sacri più ricchi di opere d'arte: la chiesa di San Nicolò a Tauriano da alcune settimane può contare su un nuovo impianto di illuminazione, che consente di valorizzare il grande patrimonio di affreschi che risalgono ai primi anni del Cinquecento. Una scelta che è stata fortemente voluta dalla comunità locale, molto legata all'antica costruzione, simbolo del paese stesso. E a sottolineare l'importanza dell'intervento, alla cerimonia inaugurale è intervenuto anche il vescovo emerito di Concordia-Pordenone Ovidio Poletto, che ha raccolto l'invito del parroco monsignor Giancarlo Peggio.

I nuovi fari sono stati collocati in alto lungo tutta la linea di base delle capriate, in modo da dare una buona luminosità alla navata; ma sono stati inseriti alcuni faretti anche a pavimento, che proiettano la luce verso l'alto. Questa operazione è stata effettuata nelle due edicole che stanno davanti all'abside: si tratta di due strutture che non hanno riscontri nella zona, come due chiesette in miniatura, dipinte all'interno. L'impianto risponde però anche a un altro criterio, perché è stato realizzato secondo metodi innovativi, che consentono di abbattere del 50% il consumo di energia elettrica rispetto al precedente impianto.

Non sono mancate critiche, raccolte anche dal sito internet dedicato al paese (TAURIANO.COM). Infatti , se le luci sono state messe in modo da evidenziare i dipinti del Rinascimento, però di fatto oscurano altre opere: in particolare i tondi con figure di santi, che corrono sulla fascia alta del tempio, sopra il punto dove si trovano i nuovi fari. Probabilmente le opere sono state considerate secondarie, ma sono pur sempre firmate da Umberto Martina, artista originario proprio di Tauriano. Ma un'altra scelta è sotto discussione. L'impianto è stato studiato per valorizzare il patrimonio artistico, ma non è molto pratico per l'uso liturgico: così è illuminato il vecchio altare del Settecento, ma non altrettanto quello moderno, dove il parroco celebra la messa.

Claudio Romanzin--art.sul sito web de "Il Gazzettino "


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