L'Ancona di Vivaro,del 1400, continua a regalare preziose opere d'arte

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L'Ancona di Vivaro,del 1400, continua a regalare preziose opere d'arte

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Pubblicato in Parrocchia S. Nicolò Vescovo · Lunedì 03 Set 2012
Molto presto sarà recuperato un altro
dei gioielli del patrimonio artistico locale.

Hanno preso il via i lavori di restauro dell’ancona di San Cristoforo a Tauriano,intervento per cui l’amministrazione comunale di Spilimbergo può beneficiare diun contributo regionale di 55 mila euro. L’ancona, intitolata a San Cristoforo e posta in un bivio lungo la strada che conduce a Vivaro, necessita di unintervento urgente di consolidamento e valorizzazione.


La struttura, risalente presumibilmente al 1400, conserva immagini affrescate di grande valore. Sulla parete di fondo emerge la figura di una Madonna con Bambino benedicente, con ai lati San Rocco e Santa Caterina d’Alessandria. Santi e martiri appaiono anche sulle pareti laterali, mentre il soffitto è ripartito in ampi quadrati segnati da larghe bande brune. Di particolare interesse la presenza di graffiti e scritti, apposti in varie epoche da pellegrini e fedeli, e di un altare, con al centro uno stemma, un monogramma, la cui origine non è chiara. La piccola ancona era una delle tappe obbligate per le preghiere di coloro che partivano o arrivavano dai pellegrinaggi lungo il cammino di Santiago di Compostela.



A eseguire l’intervento è il maestro restauratore taurianese StefanoTracanelli, ora residente a Spilimbergo, che ieri pomeriggio, durante un sopralluogo con l’architetto ed esperto archeologo Fabio Piuzzi, direttore dei lavori insieme con l’archietto Roberto Daris e il professor Paolo Casadio, storico dell’arte della Soprintendenza regionale, ha svelato alcuni dettagli, sino a oggi inediti, emersi durante i primi lavori di recupero e conservazione delle pareti esterne.

«Da un’indagine sugli intonaci delle pareti esterne – spiega Tracanelli – abbiamo rinvenuto un rivestimento decorativo che interessava tutte le facciate del tempietto, composto da riquadri di lastronature di finti marmi di diversocolore».


Singolare poi il ritrovamento sul retro dell’ancona della raffigurazione, come confermato dallo stesso Casadio, di una Arma Christi, una croce con i simboli della Passione.

«Questa scoperta – prosegue il restauratore– contribuisce a dare maggiore rilievo storico a questo sito che, assieme alle scritte contenute all’interno, fa pensare si trattasse di un nodo importante e di un passaggio obbligato per chi si dirigeva a ovest». Il progetto attuale punta al risanamento, un intervento indirizzato principalmente alla conservazione, ma è auspicabile, viste le scoperte fatte, che l’indagine debba proseguire sino a ritrovare «la vera pelle – come dice Tracanelli –,l’involucro storico del tempietto».

Almeno tre sono stati gli interventi che hanno interessato l’ancona, l’ultimo in ordine di tempo nel periodo post-terremoto. Nelle prossime settimane si procederà all’interno, recuperando gli affreschi eseguiti da Marco Tiussi, pittore operante sulla scia del Pordenone, che è documentato dal 1527 al 1575.

Articolo di Guglielmo Zisa pubblicato su "Il Messaggero di Pordenone" sabato 1 settembre 2012


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